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Modi automatici e modi manuali

Le fotocamere compatte in genere sono “inquadra e scatta” ossia ottimizzano tutti i parametri fotografici in automatico, noi al limite possiamo scegliere quale meglio usare, di solito hanno 4 o 5 programmi preimpostati ma per semplificare ancor di più la cosa è possibile utilizzare il programma completamente automatico, per capirci meglio, il “verde” , ma così è tutto troppo facile.
Vi dirò, passando dalla compatta, alla bridge e infine alla reflex digitale i modi automatici sono diventati ben presto totalmente superflui.
Lo sono diventati non appena ho imparato cos’è il triangolo dell’esposizione e  come si fa a modificare i parametri.
Sono i modi indicati dalle sigle P, S (o Tv), A (o Av) ed M sul selettore dei modi di scatto della nostra macchina fotografica.

I modi di scatto
I modi di scatto si dividono in due categorie, automatici e semiautomatici, più il modo “manuale”.
I modi automatici sono quelli in cui la fotocamera imposta tutti i valori necessari allo scatto: diaframma, tempo di posa, sensibilità ISO, bilanciamento del bianco, lasciando ben poco controllo al fotografo, essi sono diversi a seconda del tipo di fotocamera usata, sono indicati solitamente dalla lettera “P“, dalla dicitura “AUTO” e da vari simboli per identificarne l’ambito di utilizzo, ad esempio un fiore indica la modalità macro in cui è possibile mettere a fuoco soggetti a distanza ravvicinata e solitamente si disabilita il flash, una montagna indica la modalità “paesaggi” in cui il diaframma viene chiuso per aumentare la profondità di campo., ogni fotocamera ha un gran numero di preimpostazioni per situazioni differenti.

I modi di scatto automatici sono quelli solitamente usati dai principianti, ma è bene cercare di abbandonarli il più presto possibile a favore di quelli semi-automatici o del modo manuale, in maniera tale da diventare consapevoli di ciò che si sta facendo e di provare ad ottenere sempre la fotografia esattamente così come al si desidera.

I modi di scatto semi-automatici sono due, a priorità di tempi (“S” sulle fotocamere Nikon, “Tv” sulle fotocamere Canon) e a priorità di diaframmi (“A” aperture sulle Nikon e “Av” sulle Canon)

Priorità di tempi
La modalità a priorità di tempi si usa principalmente per “congelare” soggetti in movimento, questa modalità serve a mantenere fisso il tempo di scatto al valore scelto da voi e lasciare che la macchina decida quale diaframma utilizzare.
Va tenuto conto che con tempi veloci la fotocamera necessariamente aprirà il diaframma e questo riduce la profondità di campo, spesso la modalità a priorità di tempi viene utilizzata dai neofiti della fotografia per ridurre la possibilità di ottenere foto mosse. Senza tener conto di tecnologie quali gli stabilizzatori ottici, la regola generale per avere foto nitide (senza usare il cavalletto) è quella di utilizzare tempi di posa pari o superiori alla lunghezza focale dell’obiettivo; ovvero se usate un obiettivo da 200mm. dovrete impostare il tempo di scatto a 1/200 o più rapido. Tenete anche conto che la maggior parte delle fotocamere ha un sensore più piccolo del classico 35mm. e questo comporta che la lunghezza focale dell’obiettivo va moltiplicata; ad esempio sulla mia Nikon D3000 con sensore in formato DX, un obiettivo a 200mm. ha in realtà una lunghezza focale di 300mm.
Questa regola vale per eliminare il “mosso” dato dalle vibrazioni involontarie durante la fase di scatto, non sempre garantisce che il soggetto in movimento non sia mosso. Per congelare il soggetto i tempi variano a seconda della sua velocità e dell’angolo di ripresa, semplificando al massimo: mantenendo costante la velocità del soggetto, se esso si muove verso di voi sarà sufficiente un tempo più lento rispetto a quello necessario a fotografarlo lateralmente.

Priorità di diaframmi
La modalità a priorità di diaframmi (o di apertura) è forse quella più usata dai fotografi con un po’ di esperienza (escludendo le foto sportive), con essa potete scegliere il diaframma e la fotocamera imposterà automaticamente i tempi necessari. Regolare manualmente il diaframma significa decidere la profondità di campo della vostra fotografia; aprendo il diaframma la profondità di campo diminuisce, viceversa, chiudendolo, la PdC aumenta.
Il problema principale fotografando a priorità di diaframmi è la possibilità di ottenere foto mosse: se non è una giornata assolata, chiudendo troppo il diaframma, la macchina fotografica dovrà impostare tempi lunghi e di conseguenza potrebbe diventare impossibile fotografare a “mano libera”.
Questo problema è ovviato oggi dall’impostazione del “tempo minimo di scatto” presente in molte fotocamere, ovvero il fotografo stabilisce il tempo minimo che possa essere impostato dagli automatismi della fotocamera; se l’esposizione corretta richiederebbe tempi inferiori, la fotocamera aumenta la sensibilità ISO.

Priorità manuale 
Questa infine è quella che preferisco, sono io che imposto tutti i parametri come voglio per ottenere quello che ho già impresso nella mia mente.
Tutto è manuale, dall’apertura del diaframma ai tempi di scatto, generalmente  tengo i valori ISO il più basso possibile per ottenere immagini nitide e prive di rumore digitale, l’unico parametro automatico che lascio è il bilanciamento del bianco, che come ho già spiegato è possibile modificare in fase di postproduzione.

 
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