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Rubino ( Corindone rosso)
Classe
ossidi
Densità
3,95-4,05
Composizione chimica
AI2O3 ( sequiossido di alluminio ) con tracce di altri ossidi metallicci a seconda della varietà
Indice di rifrazione
1,764-1,772 a volte leggermente inferiori nel rubino,superiori nella varietà verde,smeraldo
Durezza
9
Pleocroismo
netto nelle varietà intensamente colorate
Sfaldatura
assente
Dispersione
0,018

Il rubino fà parte della famiglia dei corindoni composti da ossido di alluminio Al2O3,  la stessa composizione degli zaffiri, nella Scala di durezza Mosh ha valore 9 quindi è la gemma più dura dopo i diamanti, si presenta di colore rosso vivace, dovuto a inclusioni di cromo, chiamato anche “Birmano” questo proviene essenzialmente dalle miniere della Birmania, ma può assumere varie tonalità di questo colore, che vanno dal rosso più vivo con riflessi blu  anche noto come  "Sangue di piccione", al rosato.

Le sue dimensioni solitamente non sono eccezionali e son molto legate alla trasparenza; per questo si ritengono eccezionali i rubini limpidi che superano i 10 carati, sempre in base alla qualità, si utilizzano varie tipologie di taglio, la trasparenza del rubino è di tipo vitreo ma non raggiunge la qualità adamantina del diamante, dal punto di vista estetico non da origine ai giochi di luce del diamante, nel rubino la cosa che si apprezza sopra ogni altra è il colore.

 

Il colore rosso del rubino è dovuto essenzialmente alla presenza di cromo nella sua struttura, questo è anche uno dei motivi per cui i rubini sono molto più rari rispetto agli zaffiri, infatti il cromo ostacola l’accrescimento della pietra nel corso delle ere geologiche, facilitandone la sfaldatura e l’inclusione di elementi  presenti nelle rocce metamorfiche di formazione,difatti raramente i rubini di buona qualità hanno grandi dimensioni, quelli che superano i tre  carati sono rarissimi e quasi eccezionali sono le gemme di rubino oltre i dieci carati.
La presenza di ossidi di ferro e titanio danno al rubino delle sfumature che vanno dal rosso-nero al rosso-rosa, c’è da dire che il rubino è sempre una pietra rossa, qualunque corindone che non sia rosso viene fatto appartenere alla famiglia dei zaffiri che comprendono oltre al classico blu una grandissima famiglia di gradazioni e colorazioni che vanno dal bianco, al verde e al viola.

Il tipo di taglio a cui viene sottoposto il rubino è differente a seconda della colorazione e della grandezza della gemma, dato che i rubini sono molto piccoli e rari per alcune tonalità più sature si preferisce al taglio a faccette una lavorazione a semi-cupola sferica detta “Cabochon” che permette un minimo spreco della pietra nel processo di lavorazione.
Difatti il taglio della gemma del rubino a sfaccettature fa si che si produca una riduzione della caratura della gemma fino al 50%.
Il rubino viene sottoposto anche a lavorazioni a caldo o per irraggiamento, con il fine di eliminare le sfumature non rosse in particolar modo quelle grigie, difatti riscaldando la pietra rimane come sfumatura predominante il rosso.

Il rubino è una gemma molto rara e nell'antichità venne spesso confuso con altre gemme di colore rosso, finché i moderni mezzi gemmologici non permisero una analisi più accurata del tipo di cristallo; anche al giorno d'oggi, sia per la sua limitata produzione, che per la grande bellezza, può capitare che per rubino venga spacciato un'altra gemma, utilizzando altri minerali come lo spinello (Rubino balascio), varietà di granato come l'almandino e il piropo (Rubino di Boemia), lo zircone ed il topazio (Rubino del Brasile) e la tormalina (Rubino di Siberia).
Ultimamente molte analisi sono state eseguite anche sui gioielli antichi e uno dei più famosi errori fu riscontrato nei gioielli della corona britannica, con il "Rubino del principe nero" e il "Rubino del Timur", entrambi riconosciuti come spinelli.

Famosi sono i giacimenti presenti in Tanzania, Cina, Sri Lanka, Thailandia e Vietnam, tuttavia quelli ritenuti di massimo pregio provengono dalle miniere di Mogok in Birmania, anche in  Italia si trovano piccoli cristalli di 1 mm o 2 mm sul Monte Terminillo.

STORIA DEL RUBINO

Il passato il rubino veniva considerata la gemma più preziosa, negli antichi testi Sacri il rubino veniva chiamato “Ratnaraj” che indica il nome di “Re delle gemme
Per la tradizione orientale il rubino attiva il Kundalini, la forza sacra, presente nel chakra di ogni individuo che era capace di convogliare le forze della terra verso il proprio spirito la cui energia porta benefico sia spirituale che fisico,ma il rubino compare anche nei testi biblici dove di rubino era fatta la corazza del grande sacerdote Aaron .
Per i Greci il rubino era la pietra del dio Apollo per questo motivo nella tradizione questa gemma è stata associata al fuoco e alla terra.
I primi rubini vennero di sicuro estratti nel sud dell’India, nell’isola di Ceylon e in Birmania dove esisteva quasi una venerazione verso questa gemma, che indicava appartenenza regale.

 
 
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